Inaspettata e a sorpresa, come nel suo stile.Giovedì sera (7 luglio 2016) alla borgata marina di Su Pallosu, nella Marina di San Vero Milis, mentre si svolgeva come ogni giorno la cena dei gatti dell’Oasi (secondo pasto quotidiano dei felini) si è svolta una visita davvero speciale.
Accompagnato da alcune amiche gattare del continente, in via Ziu Triagus (strada dedicato al pescatore Ciriaco) dove si trova l’ingresso visitatori della Colonia Felina di Su Pallosu, si è presentato un visitatore particolare.
Lui è considerato uno dei maggiori scrittori al mondo, per talento, inventiva e satira graffiante.Un grande amico di Su Pallosu: Stefano Benni.
Profondo conoscitore del Sinis e in particolare di Su Pallosu dove ha passato non pochi momenti della sua vita e luogo dal quale e nel quale sono nati personaggi, storie e libri di grande successo internazionale.Per chi non lo sapesse Benni è tra i pochissimi autori italiani che può vantarsi di aver venduto oltre un milione di copie dei suoi libri, autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, Elianto, Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, Il bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. Ha collaborato con i settimanali L’espresso e Panorama, con i satirici Cuore e Tango, i mensili Il Mago (dove esordì e dove pubblicò a puntate parte di Bar Sport) e Linus, i quotidiani La Repubblica e Il manifesto. Da qualche anno pubblica racconti inediti tradotti in arabo sulla rivista Al Doha.
Assieme ad un gruppo di altri visitatori sardi ha effettuato l’intero Tour guidato, il percorso della Casa Museo Gianni Atzori; 30 minuti di full immersione nella storia della pesca dove ha rivissuto vive emozioni riguardando le foto della Mostra sulla storia di Su Pallosu con i personaggi mitici legati al mare oggi scomparsi, da lui direttamente conosciuti, come Geppetto il corallaro, Giovannino la Murena e lo stesso artista a cui è dedicata la mostra permanente su storia e pesca di Su Pallosu, Gianni Atzori.
A seguirlo fino in spiaggia sono stati diversi gatti: Pupici, il gatto morsicatore, Dentone due soli i denti rimasti, Piciulon, splendifo felino bianco e grigio e Aziza, la gatta strabica.
A fare invece da guida al tour felino i gattari Andrea Atzori, Irina Albu e Marisa Murru, fondatori con Gilberto Linzas e Gabriella Lai, dell’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu, che gestisce l’Oasi Felina senza alcun aiuto pubblico, dove tutti i gatti sono microchippati, vaccinati e sterilizzati.
Un vero e proprio amarcord per Benni che prima di salutare i mici, come tutti i visitatori, ha voluto apporre la sua firma sul registro dei visitatori dell’Oasi Felina di Su Pallosu.
L’Oasi -lo ricordiamo-è stata visitata negli ultimi tre anni da oltre 10.000 persone e quest’anno 2016, ha ricevuto da Tripadvisor-portale internazionale di viaggi e turismo- il Certificato d’Eccellenza come prima attrazione turistica di San Vero Milis e tra le primissime della Provincia di Oristano e dell’intera Sardegna.
Le visite guidate all’Oasi Felina di Su Pallosu sono gratuite e si svolgono solo ed esclusivamente su preventiva prenotazione.
STEFANO BENNI, FACEBOOK E SU PALLOSU
Proprio in questi giorni girava in maniera virale su Facebook, con migliaia di condivisioni, un vecchio testo di Benni che rappresenta ancora oggi un vero e proprio originale e formidabile spot turistico per tutto il Sinis, e per Su Pallosu, citata più volte.
Lo riproponiamo qui di seguito in questa occasione della visita di ieri.
STEFANO BENNI E….SU PALLOSU !
Se siete turisti tradizionali il Sinis non fa per voi.
Troppo sole, troppo verde, troppe spiagge, troppa acqua pulita. Poi non c’e la barriera camparina. Dicesi barriera camparina quello schieramento di yacht, panfili e velieri che occupa interamente l’orizzonte marino di luoghi ameni quali la Costa Smeralda. Questa barriera si stende, bianca e beccheggiante, per chilometri e chilometri, e viene detta “camparina” perchè su ogni barca ci sono gruppi di persone eleganti e annoiate che sorseggiano Campari. Questo è il loro modo di vivere intensamente il mare. Impossibile fare il bagno tra gli ormeggi, finireste strangolati, e se vi avvicinate troppo a una barca rischiate una raffica di mitra.
Nel Sinis invece la barriera non c’è e (incredibile a dirsi) potete fare il bagno in lungo e in largo, l’acqua è pulita, anche se ogni tanto una maestralata porta qualche souvenir dalla Spagna.
Ci sono spiagge leggendarie, come Sa Mesa Longa, Is Aruttas, Is Arenas, Mari Ermi, ci sono le dune preistoriche di Capo Mannu. C’è sabbia bianca come zucchero il cui riflesso può arrostire un tedesco in quaranta secondi. Ci sono scogliere da cui potrete tuffarvi come ad Acapulco, prendere le
murene per la coda e vedere la quadriglia delle aragoste.
Nel Sinis, infatti uno dei più grandi pericoli per il turista tradizionale è il pesce fresco.
Riuscirà il vostro stomaco, abituato a spigole ottuagerarie e bastoncini Findus, a reggere l’urto squisito dei muggini di Cabras,delle vongole di Marceddì,dei dentici e delle aragoste di Su Pallosu?
Riuscirete ad affrontare la famosa Vasca delle Mille Chele di Zio Cuccu, dove centinaia di astici e aragoste vivono pacificamente, e nella quale decine di turisti sono precipitati e sono stati sbranati (così dice la leggenda!).
Resisterete alla zuppa di grongo e alla burrida di razza?
E cosa direte quando vi troverete davanti i colossali nuraghi (attenzione, non sono pesci!)?
Per non parlare dei fiumi e delle pianure dove sono stati girati i più bei western all’italiana, veri pezzi di Arizona dove invece di Bill e Jack, cavalcano Collu e Puddu, i cavalieri sardi considerati tra i più bravi del mondo.
E il pericolo degli animali? Salite sul monte di Seneghe decine di cinghiali vi vengono incontro per vendervi la famosa acqua curativa.
Negli stagni, i fenicotteri si lasciano fotografare in pose lascive. Su nel cielo e a pelo d’acqua volano cormorani, svassi, falchetti, cavalieri d’Italia, marragau (il colibrì nostrano) e coloratissimi camulli. Volpi insidiano il vostro picnic. Pullulano conigli selvatici, quaglie, porco spini,
donnole,faine e il famoso ippopotamo bianco delle saline, sempre invisibile perchè è a mollo nel fango, ma vi giuro che esiste.
E i profumi? Il mirto,l’elicriso, il ginepro, l’aneto, le grigliate miste, il pentolone con la pecora, i potentissimi formaggi.
E per gli amanti del pericolo, le avventure estreme: fare footing a mezzogiorno nelle sconfinate saline di Sale Porcus;lanciarsi dall’alto delle rocce di Capo Mannu, e fare il surf nella baia; cavalcare sul cavallo Concheferru tra le dune e le pinete di Is Arenas; affrontare i sentieri del Lago Omodeo alla ricerca del Grande Pesce Persico; raggiungere Su Pallosu, la Tortuga sarda, terra magica abitata da pirati e corallari, cacciatori di camulli e cuochi di crocchette di murena.Non ci sono i Vip, ma incontrerete gente allegra, simpatica e fiera. Io ci vengo da venticinque anni e non cambierei questi luoghi con niente al mondo, e vi giuro che ho visto i mari più belli, da Cuba a Riccione, dalle Comore all’Idroscalo.
E quando sarete su un’amaca, al tramonto, mentre un’aragosta suona per voi le launeddas e voi sorseggiate vernaccia respirando l’odore dell’elicriso e del porcetto e nel cielo uno stormo di fenicotteri disegna la parola “benvenuto” (sono stati addestrati benissimo!) vedrete che improvvisamente, come per magia, non sentirete più la nostalgia della barriera camparina, dei Vip e dei locali notturni affollati.
E vi verrà voglia di fare un bagno nell’acqua pulita. Sempre che non siate allergici.
Stefano Benni